Un passato da cestista fra Catania, Priolo e Siracusa sorella di Susanna, Valentina Bonfiglio torna a far parlare di se cimentandosi in una delle discipline più in voga del momento, lo Spartan race, una sorta di rivoluzione sportiva con sfide fra muri da scalare, fango e filo spinato, che ricorda i tipici percorsi di guerra utilizzati nell’addestramento militare, partecipando allo spartan Race di Orte ad aprile e all’Inferno run di Pisa.
Valentina, nel basket avresti potuto fare di più?
Sicuramente, però ad un certo punto ho troncato di botto decidendo per una vita normale. Alzarmi, andare al lavoro ed essere libera di fare ciò che volevo .Non ho mai avuto la costanza di mia sorella Susanna.
Quanto è stato pesante il confronto con un mostro sacro come lei ?
Onestamente poco, abbiamo sempre avuto un rapporto speciale e non l’ho mai patito, anzi sono stata sempre la sua prima tifosa. L’ho aiutata nei momenti duri e non ho mai patito il fatto che lei fosse brava. La sottoscritta era una delle tante, lei ha rappresentato il top, un modello da seguire.
Dopo Savona sei ritornata a vivere a queste latitudini con una nuova esperienza sportiva.
La vita è strana, facevo decisamente altro. Tramite i social ho scoperto la Siracusa Spartan crew, ho contattato Dario Pennisi e ho provato. Sulle ali dell’entusiasmo ho fatto le prime gare spartan, Ocr (obstacle course race). Mi è piaciuto il team e la condivisione e ho preso parte alla mia prima gara a Orte e dopo l’Inferno Run di Pisa. E’ stata un’esperienza incredibile, ti trovi a strisciare nel fango, a rotolare nelle vasche di acqua gelata, ad arrampicarti sui muri a portare tronchi nei boschi. E’ una disciplina che serve a metterti alla prova, ho fatto cose che non avrei mai pensato di fare. In quest’ultimo anno ho cambiato vita, mi sono buttata in una cosa nuova. Il mio coach mi dice sempre di spostare i miei limiti, è una questione di testa e sono rinata”