Operazione El Rais, 10,000 dollari per il viaggio della speranza

Operava tra l’Egitto, la Turchia, la Grecia, con ramificazioni in Italia, l’organizzazione criminale che gestiva gli sbarchi di migranti negli ultimi tre anni sulle coste siciliane e calabresi, lungo la rotta del Mediterraneo Orientale. E’ quanto emerge nell’inchiesta El Rais della Procura distrettuale antimafia di Catania che stamane ha portato all’arresto di 15 persone, tutte di nazionalità egiziana.

È stata la polizia ad eseguire le misure cautelari emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta avanzata da questa Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di migranti e plurimi delitti di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante della transnazionalità. All’operazione hanno preso parte il Servizio centrale operativo, la Squadra mobile di Siracusa, insieme all’Agenzia europea Europol ed alla collaborazione di Eurojust e del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e dell’H.T.S.M. di Interpol.

A finire in manette il  presunto capo dell’organizzazione, Assad Ali Gomaa Khodir, detto Abu Sufyen, egiziano ma residente in Turchia che sarebbe uno dei principali player di questo sistema di trasbordo di migranti dall’Asia minore
all’Europa .

Lui si era stabilito ad Istanbul  per eludere un mandato di arresto emesso dal suo paese di origine, l’Egitto, per gli stessi reati, per i quali ha rimediato una condanna a 10 anni di carcere.

Tutto scaturisce dalle indagini del  maggio 2022,  dopo l’arresto di tre stranieri, giunti clandestinamente al Porto commerciale di Augusta perché ritenuti essere gli “skipper” di un’imbarcazione a vela con a bordo decine e
decine di migranti clandestini provenienti dalla Turchia. Proprio fra Bodrum, Izmir e Marmaris,  iniziava il viaggio della speranza che poteva durare anche una settimana e vedeva la presenza a bordo di decine e decine di persone, molto spesso più di un centinaio, tra cui donne e bambini, stipate sull’imbarcazione. I migranti, per poter prendere parte alla traversata, pagavano all’organizzazione ingenti somme di denaro, circa 10.000 dollari a persona.

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