La notizia della morte improvvisa di Gabor Csapo, avvenuta all’età di 72 anni, ha toccato il cuore degli appassionati di pallanuoto, in particolar modo dei tifosi meno giovani dell’Ortigia che lo ricordano con tanta nostaglia quale punto di forza della squadra guidata da Romolo Parodi nelle stagioni ’84/’85 e ’85/’86. Fortissimo centroboa ungherese, classe ’50, Csapo è anche stato il primo straniero in forza all’Ortigia, dopo la riapertura delle frontiere avvenuta nel 1984. Insieme a campioni del calibro di Sandro Campagna, Peppe Cassia, Sebastiano Di Caro e Tonino Negro sfiorò una storica finale scudetto in una delle stagioni più esaltanti del più anziano sodalizio sportivo cittadino. In quegli anni, la squadra biancoverde richiamava migliaia di tifosi in ogni gara casalinga. Tutti ad ammirare la squadra di Parodi trascinata dall’immarcabile centroboa campione olmpico, mondiale ed europeo con la nazionale magiara di cui faceva parte un altro grande campione di quegli anni: Tamas Farago.
“Una notizia che mi rattrista profondamente – commenta Sebastiano Di Caro – perchè ero molto legato a Gabor da una sincera amicizia. Era una persona veramente speciale. Un trascinatore per tutti noi compagni di squadra, mentre per gli avversari era praticamente un attaccante immarcabile. Aveva una forza fisica incredibile, ma evidenziava anche doti tecniche notevoli che lo portarono a vincere la classifica dei marcatori del campionato di serie A. In quei due anni rimanemmo imbattuti in casa. Nella sua seconda stagione – ricorda l’ex pallanuotista – eravamo veramente forti e perdemmo la semifinale scudetto con il Posillipo per un arbitraggio molto discutibile”. “Ho solo bei ricordi di Gabor – replica Peppe Cassia – e dei tanti bei momenti trascorsi insieme fuori dall’acqua. Un combattente in campo, mentre fuori era una persona dolcissima con cui si legava facilmente. Eravamo nolto amici e capitava spesso di uscire insieme con Di Caro e Negro. Era il leader della nostra squadra e anche il centroboa più temuto del campionato di serie A. Per i difensori era un giocatore immarcabile. Non ci sentiva da diversi anni, ma il nostro rapportro era rimasto intatto. Lo ricorderò sempre con tanto affetto. Con lui si chiude una delle pagine più belle dell’Ortigia di pallanuoto”.
Pino Camilli