Per il senatore Bruno Alicata l’attuale isolamento politico del Sindaco Francesco Italia è il frutto di scelte politiche sbagliate e di un totale scollamento dell’amministrazione comunale dai problemi dei siracusani. Com’è nel suo stile, l’analisi del coordinatore provinciale di FI è permeata di graffiante ironia grazie anche all’utilizzo di vecchi refrain delle canzoni in voga negli anni Sessanta.
“Ora sei rimasto solo…, cantata negli anni ‘60 da Adriano Celentano, sembra il leit motiv di questi giorni che ben si attaglia al Sindaco Italia, il quale, ancora una volta, lancia appelli disperati verso i suoi ex alleati che, dopo averlo sponsorizzato e fatto eleggere, hanno ritenuto di prenderne pesantemente e pubblicamente le distanze – scrive in una nota il coordinatore provinciale di Forza Italia -. Ciononostante, un Sindaco onorevolmente ostinato, continua ad implorare, quasi una questua, chi è già stato sin troppo chiaro sul reiterato nuovo “Patto per la città”, nonché “sull’impegno morale” di dare continuità attraverso la sua ricandidatura a Sindaco. Cioè, non se ne parla proprio, è stata la ripetuta risposta da parte di chi, più volte, ha spiegato le ragioni politiche ed umane alla base del disaccordo. Abbandonato, quindi, dai principali ed antichi alleati, orfano felice del disciolto Consiglio comunale, si ritrova pertanto ramengo, nel tentativo di condurre in porto un battello che, a detta di molti osservatori, fa acqua da tutte le parti. E saranno di certo gli elettori, tra poco più di un anno, a giudicare l’eventuale responsabilità delle innumerevoli falle create, per cui la città è costretta a soffrire il fondo di tutte le classifiche, pur con l’attenuante del grave momento pandemico”.
Bruno Alicata giudica grave la situazione pur trovandosi davanti a alle importanti sfide che ci attendono: “Con in primo piano i fondi che arriveranno col PNRR, in grado di dare quindi una svolta positiva alla città, in presenza di fattivi progetti, avrebbero preteso ben altro clima politico, se non un’amministrazione più lungimirante che, coinvolgendo il meglio della città, cioè gli ordini professionali, le categorie produttive, i parlamentari del territorio, avrebbe potuto raccogliere idee e proposte da trasformare in rapidi e conducenti progetti. Un sereno clima, quindi, di collaborazione che avrebbe dovuto indurre un Sindaco oculato ad interessare, in primis, anche quei partiti e movimenti che, in rappresentanza della città, doverosamente avrebbero dato il loro fattivo apporto, considerata la gravità del momento e, soprattutto, l’assenza del disciolto Consiglio comunale. Nulla di tutto ciò è accaduto, in ossequio a quella presunzione, da tempo tracimata nell’arroganza, che caratterizza questa sindacatura”.
L’affondo finale dell’esponente azzurro è su “Il Patto per la città”: “Così come sbandierato da Italia, è solo un concetto vuoto, carico di ricercata enfasi, a sottolineare, in fondo, l’ovvietà per chi amministra, di farlo avendo come obbiettivo primario ed unico l’interesse della città, non altro. Un patto, quello strombazzato da Italia, destinato a rimanere confinato nell’angusto “Palazzo”, avendone la città preso, già da tempo, evidente distanza. “Ancora una volta, ho rimasto solo”, cantava Don Backy, sempre nei favolosi anni Sessanta”.
Lino Di Tommaso