Griglia dei ballottaggi definita a Floridia e Augusta. Domenica prossima si affronteranno Marco Caianni e Salvatore Burgio a Floridia senza alcun apparentamento, mentre ad Augusta due delle tre liste che sostenevano Massimo Carrubba al primo turno hanno optato per convergere su Giuseppe Gulino, viceversa il suo avversario Giuseppe Di Mare continuerà ad essere sostenuto solo dalle sue liste.
Marco Carianni ha sempre detto che non si sarebbe alleato con nessuno così al ballottaggio ha respinto le avances del Pd che, forte del buon risultato ottenuto dalla sua lista, avrebbe gradito l’apparentamento. Dalla coalizione che sostiene Burgio storcono il naso e indicano come sospetta l’operazione che ha portato ad indicare un’assessora designata, una esponente dalla connotazione ben definita “di sinistra”. Stesso sospetto peraltro avanzato nei confronti di una esponente di una delle due liste di Cristian Fontana che è passata con Burgio. Anche in questo caso si respingono le accuse e si riduce la cosa come una decisione a livello personale. In ogni caso i due sfidanti si contenderanno la poltrona di primo cittadino con le forze che hanno messo in campo al primo turno.
Ad Augusta è accaduto qualcosa di diverso, due delle liste che hanno sostenuto la corsa di Massimo Carrubba si sono apparentate con Giuseppe Gulino, mentre Giuseppe Di mare affronterà il ballottaggio con le forze che lo hanno sostenuto al primo turno. Gli esponenti delle due liste pro-Carrubba parlano di apparentamento tecnico visto che nel caso vincesse Gulino raddoppieranno il numero dei consiglieri eletti. In effetti questo apparentamento cambierà la geografia del prossimo consiglio comunale di Augusta. Non ci sarà alcun premio di maggioranza quindi si andrà col proporzionale puro perché le liste che sostengono adesso Gulino hanno superato il cinquanta per cento dei votanti del primo turno.
La verità è che per ragioni varie, magari solo per diatribe localistiche, la parola “apparentamento” a Floridia e Augusta ha perso la sua eccezione tecnico-politica prevista dalla legge, per diventare una sorta di “inciucio” da cui i candidati sindaci al ballottaggio hanno voluto prendere le distanze o, nel migliore dei casi, definirlo un accordo tecnico.
Lino Di Tommaso