Gino Leone è dunque tornato alla guida dell’Ortigia per dirigere i biancoverdi nella vasca del Bogliasco, in occasione della 13esima e ultima giornata di andata. L’esperto tecnico siracusano, richiamato in corsa dal sodalizio biancoverde dopo le improvvise dimissioni di Yiannis Giannouris, ha risposto presente alla chiamata della dirigenza e dimostrato, ancora una volta, un grande attaccamento ai colori sociali e alla squadra. Giovedì ha diretto i primi due allenamenti alla “Paolo Caldarella” e venerdì mattina insieme alla squadra si è trasferito in Liguria per preparare il delicato match contro il sette allenato da Daniele Bettini. Raccogliamo poche ma significative parole da parte di Gino Leone, che lasciano ben capire quanto sia forte il suo amore per l’Ortigia.
“Mi è stato chiesto di guidare la squadra maschile a Bogliasco – spiega Leone – ed essendo un uomo della società ho ritenuto doveroso mettermi a disposizione. E’ un momento delicato della stagione ed è giusto dare il mio contributo. Adesso insieme ai giocatori occorre superare bene questa sfida con una diretta rivale nella corsa per la salvezza e non pensare a niente altro”. La prossima settimana, Massimo Giacoppo e compagni sono attesi da due proibitivi incontri casalinghi: il primo febbraio il recupero con il Brescia e sabato 4 il match con il Recco. Nel frattempo la società dovrà decidere se proseguire la stagione con il suo “Cincinnato” oppure affidarsi ad un nuovo tecnico.
Intanto raccogliamo il pensiero del pallanuotista siracusano, Dario Puglisi, sulla vicenda relativa alle dimissioni di Giannouris. “Dispiace sempre quando si cambia allenatore – dice Puglisi – perché vuol che un progetto che coinvolge tutti, giocatori, allenatore e società, non è andato a buon fine e un po’ tutti hanno le proprie colpe, chi più chi meno. Quando si rompono certi feeling e iniziano a esserci problemi, di solito questo è uno dei cambiamenti che le società decidono di fare. Non mi è piaciuto leggere i vari commenti sia sui social che sui giornali, perché certe situazioni se non si vivono non si possono capire e nel commentarle molte volte si esagera e si sbaglia, soprattutto non si può mettere in dubbio la nostra professionalità”.