Il Siracusano

Covid 19, Galea: “Vi spiego la pandemia all’ombra del Cremlino”

Nella foto,l'attore Daniele Galea

Forse non  tutti lo ricorderanno nel ruolo del soldato Jena, trent’anni fa, nella fortunata serie televisiva Classe di Ferro diretta da Bruno Corbucci, ma Daniele Galea (figlio del compianto collega Armando ndr) rappresenta indubbiamente una delle eccellenze siracusane nel mondo dello spettacolo,del cinema e del teatro. Fra le varie esperienze professionali, tante per citarne alcune, ricordiamo quelle con  Nelo Risi in Per Odio per Amore accanto a Laura Del Sol, Gerardo Amato e Serena Grandi.  Sotto la direzione di Alfredo Giannetti interpreta i ruoli di Dorino nella nuova versione di Legati da tenera amicizia, e del rivoluzionario sindacalista Sabatino ne Il sole in tasca. Con Aurelio Grimaldi lavora ne La ribelle accanto a Penélope Cruz, Laura Betti, Stefano Dionisi e Lorenza Indovina. Una carriera divisa fra Roma e Mosca, e proprio nella capitale russa, dove risiede, Galea si occupa non solo di televisione e teatro, ma  comincia a collaborare con l’Università Ortodossa “San Tikon” di Mosca, insegnando Italiano, Lingua e Cultura Siciliana, presso la Facoltà di Filologia.

L’ artista siracusano ci parla di come il popolo russo sta affrontando la pandemia, mettendo in evidenza come il problema Covid-19 sia stato,inizialmente sottovalutato.

“Mai situazione fu piu’ adatta per usare, come nel caso di questa tragica pandemia, il famoso detto : “Tutto il mondo e’ paese” – esordisce Daniele Galea- e cosi’ la Russia , dove ormai vivo e lavoro da quasi 20anni , come  altre nazioni in Europa e nel mondo, non sfugge alla dinamica che accomuna purtroppo tanti altri paesi: nascondere sotto l’improbabile mantello del “controllo” una situazione in realta’ ben piu’ grave e delicata che lascia poco spazio ad ogni previsione futura. Difficile comunque paragonare  la situazione italiana a quella russa per tante ragioni. L’Italia si e’ trovata ad affrontare un’emergenza imprevista che poi ha avuto risvolti  disastrosi difficilmente prevedibili e che solo oggi , grazie soprattutto al sacrificio degli italiani chiusi in casa da mesi, sta portando a risultati ben piu’ confortanti. Qui in Russia invece c’e’ stato il tempo di capire meglio l’entita’ dell’epidemia  per correre subito ai ripari con restrizioni in un primo momento selettive, come la chiusura di scuole ed universita’,  seguita da un graduale blocco di attivita’  come centri commerciali,cinema, teatri, la chiusura delle frontiere, il tutto  in breve ha portato poi  al forzato e  inevitabile  blocco totale dell’intero paese. Stessa storia anche qui: permessi,autocertificazioni, comunicazioni agli organi sanitari, ritardi, imprecisioni, tutto esattamente come e’ accaduto in Italia, perfino con la stessa approssimazione e confusione. Ma i russi -continua l’attore siracusano- storicamente abituati a situazioni ben piu’  gravi per quanto riguarda la sofferenza e le perdite di vite umane, sembra stiano sottovalutando la serieta’ di quella attuale. Se da un lato  ci sono infatti le decisioni severe e per questo impopolari di un presidente che con fermezza,al di la’ di qualsiasi interesse politico e ritorno di immagine, vuole traghettare il paese fuori da questa crisi sanitaria ed  economica senza grosse perdite, dall’altra c’e’ il popolo che incurante di ogni regola e restrizione continua come puo’ a fare le cose che faceva prima: uscire di casa,vedere amici e parenti, andarsene in campagna con conseguenti scontati e pericolosi contagi in citta’ e nelle regioni . E a nulla sono servite le regole ferree, gli arresti, le multe salate e  i comunicati accorati e continui del sindaco di Mosca. In strada e’ possibile vedere come sempre traffico di auto e  persone in giro  o a chiacchierare in gruppi  nei parchi, spesso  sprovviste di mascherine e guanti . Alla disobbedienza dei moscoviti si aggiunga che questo periodo in Russia rappresenta un lunghissimo“ponte di feste”,partito con la Pasqua ortodossa il 19 Aprile,seguita dal 1 Maggio,per giungere fino alla gloriosa Festa della Vittoria il 9 maggio.Quest’anno, purtroppo,per la maggior parte dei russi di buon senso che ha preso con la dovuta serieta’ il pericolo della pandemia,non ci saranno parate militari, festeggiamenti e concerti. Sara’infatti una festa mesta da trascorrere con i familiari a casa o al massimo in campagna ( ogni russo possiede infatti almeno una piccola “IZBA’”in qualche sperduto villaggio della provincia). In questo clima di tristezza e sconforto generale, non tanto per l’autoisolamento, quanto piuttosto per la mancanza di lavoro e di soldi pero’, l’ultimo intervento del sindaco di Mosca sulle reti nazionali ieri ha aperto uno squarcio di luce e di forte speranza. Sembra infatti molto  probabile che a Mosca , dal 15 Maggio possa partire una “ fase1 russa”,con misure meno restrittive volte a far gradualmente riaccendere il paese fortemente gravato da una crisi economica senza precedenti. I russi vogliono crederci e del resto proprio qui  esiste da sempre ,per ogni momento difficile della vita, una frase che riporta come per incanto il sorriso e la fiducia nei volti di tutti: “ Vsebudethorosho’! “  ( Andra’tutto bene). Ed io che da quasi un ventennio vivo questa realta’, mai come in questo momento  preferisco pensare che presto e per tutti i paesi del mondo possa essere davvero cosi’. Gradualmente tornera’ tutto. Riprenderemo le nostre professioni , torneremo a frequentare mercati negozi e centri commerciali, i parchi, le strade, le spiagge . Riempiremo le sale dei cinema ,dei teatri e dei musei. Torneremo finalmente a viaggiare!Cambiera’ soltanto una cosa questa pandemia: la visione che ognuno di noi ha avuto fino ad oggi della vita e le sue priorita’ . Sara’ sicuramente un mondo diverso-conclude Galea- dove finalmente avremo la possibilita’ di mettere al primo posto  l’essere umano e non i profitti ad ogni costo e dove speriamo possa esserci  maggiore  rispetto per un pianeta che a gran voce ci sta facendo capire che su questa terra non siamo padroni ma semplici ospiti”.