Riferimentii storici per cercare di avere risposte concrete ad un’ incresciosa vicenda che ormai da anni condiziona la vita pubblica della nostra città. Nella Francia prerivoluzionaria, i “cahier de doleances” erano i quaderni nei quali venivano raccolti, per ciascuno dei tre ordini (clero, nobiltà e «terzo stato», ossia la borghesia), le lamentele e le proposte da presentare al sovrano. Ed è quello a cui si ispira il Presidente della Sikelia che con un nuovo comunicato alza i toni e punta dritto l’indice nei confronti dell’Assessore al ramo.
“C’è voluto un comunicato pubblico per indurre l’assessore a dare all’opinione pubblica una informativa, inutilmente prolissa quanto generica-spiega Franco Guglielmo nella nota- in ordine allo stato della gestione pubblica della Cittadella dello sport; un corposo “cahier de doléances” che omette, però, di specificare quali interventi in concreto l’amministrazione comunale stia adottando, con quali modalità e tempistica, affinchè tale struttura torni ad essere quel fiore all’occhiello che fu un tempo – un tempo, assessore, è scritto nel nostro documento, non ai tempi della recente gestione privatistica che abbiamo definito, anche questo è scritto nel nostro comunicato, “criticabile”. Ma ai cittadini non interessa sapere in quali condizioni si trovano gli impianti. Lei assessore ha detto di avere 40 anni-continua il massimo dirigente della Sikelia- e di conoscere bene il problema. Io di anni ne ho qualcuno in più e da più di 40 anni opero all’interno della Cittadella dello sport, della quale presumo di avere una conoscenza abbastanza precisa. Ma a me, e, come me, a quanti, a vario titolo, continuano con abnegazione a frequentarla pur constatandone le numerose criticità, interessa soprattutto sapere quali rimedi questa amministrazione comunale intende apprestare per superarle. E di questo, assessore, non c’è traccia nella sua replica. Solo generiche formulazioni, oltre a qualche colpevole inesattezza, come quando si afferma che la Sikelia “è l’unica società a non avere chiesto spazi fino a due settimane fa”: vada a leggersi la nostra mail, inviata con posta certificata, in data 25 luglio in risposta al relativo bando ! E poi quelle del 19 e 31 ottobre, sempre a mezzo pec, e rimaste, al pari delle altre, prive di riscontro ! E che dire dell’incontro programmato per martedì scorso……. al quale non ha dato seguito ? E’ questa l’interlocuzione che si afferma di volere instaurare con le società sportive?
E, considerato che siamo in tema, quando ci farà sapere quali sono le determinazioni del suo assessorato riguardo all’assegnazione degli spazi acqua dopo tre mesi dalla scadenza del rispettivo bando? Per questa incombenza non occorrono impegni di bilancio, incarichi a progettisti: solo assunzione di responsabilità! Solo a quel punto potremo dire ai genitori che intendono avviare i loro figli alla pratica natatoria se saremo in grado di esaudire i loro desideri ed ai ragazzi in quali corsie e a quali orari buttarsi in acqua senza incorrere nel rischio di doversi scontrare con altri ragazzi di altre società a loro volta convinti legittimamente che sia il loro turno. Naturalmente, poi, occorre che l’acqua sia a temperatura idonea, e per questo ci vorrebbe una caldaia efficiente….. Dobbiamo invece ringraziare la bontà del clima (ma, fino a quando?) se, finora è stato possibile, quando lo è stato, buttarsi in acqua.
E tutto questo vale per la vasca grande, perché per quella piccola (ovvero per i bambini più piccoli) che non è mai stata fruibile, i problemi sono tali da far temere che la stagione sia definitivamente pregiudicata. Così come, in mancanza di certezze, anche la nostra attività, al pari di quella delle altre società, rischia di essere fortemente compromessa.
Ecco, egregio assessore, queste erano le semplici domande che abbiamo posto al centro del nostro comunicato, dopo avere inutilmente provato ad avere delle risposte esaustive in tutte le sedi possibili, istituzionali e non. Sono risposte dovute non soltanto alla nostra società, ma soprattutto ai tanti ragazzi che, per nostro tramite, vorrebbero fruire di impianti per i quali le loro famiglie pagano regolarmente le tasse. Speriamo-conclude Guglielmo-con questo intervento, di poter porre fine ad una polemica pubblica della quale avremmo volentieri fatto a meno, purchè ci si metta davvero, e non a parole, in condizione di poter contribuire a garantire la fruizione ordinaria e soddisfacente di un inestimabile bene pubblico”.