Amarcord azzurro,Novelli:”Si aspettavano Murgia, arrivò il sottoscritto”

Nella foto, una formazione del Siracusa 90-91. Novelli il secondo da sinistra

Tre anni in azzurro, dal 90 al 93, condite da 94 presenze e 4 reti. Particolare curioso: tutte le volte che è andato a segno il Siracusa non ha mai perso. Fabio Novelli, classe 66, da Ferrara ha incarnato alla perfezione i dettami di Adriano Cadregari che l’ha sempre impiegato proprio per la sua duttilità tattica. Corsa, sacrificio e tanto agonsimo sono state le sue principali caratteristiche. Come tanti suoi ex compagni, Fabio Novelli è rimasto molto legato alla nostra città.

“Gli anni a Siracusa, non per retorica, ma per pura verità sono stati gli anni più belli sia a livello calcistico,sia a livello di quotidianità che ho vissuto nella mia carriera-spiega l’ex calciatore azzurro- la città è bellissima e del clima non ne parliamo.Come ha detto Amerigo(Paradiso ndr) piano piano ci siamo tutti trasferiti nella zona di Ortigia che stava incominciando a rinascere ed era uno spettacolo avere l’appartamento davanti alle “Terrazze”. La luna che si rispecchiava nel mare e la casa con il camino. Rimpianto più grosso non aver comprato casa a quei tempi. Nonostante gli anni ho mantenuto delle bellissime amicizie con ragazzi di Siracusa soprattutto fuori dal calcio”.

Ma che serie C era a quei tempi?

“A livello calcistico era una serie C che sembrava una serie B con tante quadre blasonate e stadi sempre pieni. L’anno dove forse ho fatto meglio è stato il secondo nel momento che mi hanno messo a giocare nel mio ruolo più naturale in mezzo al campo.Il mio compito era conquistare palla e darla a chi doveva inventare come Maragliulo e  Didonè. Ero un giocatore di quantità, dove sono andato ho sempre fatto diversi ruoli come a Siracusa, che da un lato ti dà la possibilità di giocare più spesso, ma dall’altra non riesci a specializzarti in un ruolo dove acquisisci automatismi. Eravamo un gran gruppo affiatato e ci frequentavamo sempre, anche con lo staff tecnico. Cadregari un mito, matto, ma grande allenatore  e  splendida persona.

Fabio puoi raccontarci qualche aneddoto? 

“Arrivai a Siracusa una sera verso mezzanotte-continua Novelli- c’erano 32 gradi, mi misero a dormire in una stanzetta della sede dove c’era un lavandino per lavare la biancheria che faceva una puzza di fogna allucinante. La mattina dopo,i tifosi siccome non arrivò la punta Murgia, ma arrivai solo io, chiusero il cancello della sede con una catena e appiccarono un fuoco. Due giorni dopo, mentre era al telefono in una delle tante cabine, scoppio una bomba lì vicino da un rivenditore di acqua e vino, fu davvero un bell’inizio. E poi le trasferte da 13 ore di pullman per risparmiare . Una volta per rientrare da Ischia arrivammo a Siracusa il lunedì mattina alle 9,30. Le trasferte in treno cosi Cadregari e company potevano giocare a Risiko. La cosa però più divertente fu durante una trasmissione televisiva sportiva dove era ospite Circati e dove i tifosi potevano fare domande. Ad un certo punto in una telefonata un tifoso iniziò a chiedere e dire cose che in pochi potevano sapere mettendolo in grossa difficoltà. Beh, scoprimmo poi che il tifoso era Zocchi che imitava benissimo il dialetto siracusano.Capirete quante risate.

Le partite che non hai dimenticato? 

“Sicuramente la partita vinta al Cibali fu una grande soddisfazione per tutti, bellissima e irripetibile, ma quella personalmente che ricordo di più è stata quella dell’ esordio con la maglia del Siracusa a Battipaglia(30 settembre 1990 ndr). La settimana che arrivai mi feci male ad una caviglia e rimasi fuori. La partita dopo, proprio a Battipaglia andai in panchina. Durante la settimana avevamo provato uno schema su punizione da metà campo per far saltare il loro  fuorigioco. Entrai nel secondo tempo, punizione a nostro favore e applicammo quello schema. Mi inserii, stoppai la palla e feci un pallonetto al portiere in uscita da 20 metri. Per me che non ho mai fatto molti gol fu bellissimo”.

Per concludere, i giocatori del tuo Siracusa che ti hanno particolarmente sorpreso? 

“Beh di giocatori forti a Siracusa ne ho visti tanti in tre anni-conclude Novelli- ma a me sono sempre piaciuti tantissimo Amerigo Paradiso, perché quando volevi verticalizzare lo trovavi sempre e ti rendeva sempre la palla con il contagocce e Primo Maragliulo che aveva due piedi fantastici. Potevi scaricargli una pallaccia e lui la trasformava in una torta, una manna per uno come me”.