Uno dei giocatori più amati dal pubblico siracusano, Marco Limetti, 53 presenze in azzurro dal 1993 al 1995 con 12 reti. Giocatore dal grande carattere e autentico trascinatore, a distanza di tempo non ha mai dimenticato la nostra città.
“Ovunque ho giocato ho lasciato un buon ricordo e reciprocamente dentro di me porto tutto quello che ogni città mi ha lasciato, ma Siracusa è speciale – spiega l’ex attaccante- tifosi, amici una seconda casa dove tornerei di corsa. Due anni fantastici, una salvezza miracolosa attraverso i play out vinti col Nola con il mio secondo gol al ritorno in casa, esultanza sotto la mitica curva e invasione di campo. Non posso dimenticare i 5000 Siracusani a Reggio Calabrfia nella stagione 94-95 nella gara d’andata dei playoff vinta meritatamente 2-1, e i 500 guerrieri che ci hanno accompagnato nella gara di ritorno ad Avellino dove nonostante meritavamo ampiamente sul campo ci prepararono un accoglienza degna di un film horror.
Perchè la gente non mi ha dimenticato dopo cosi tanto tempo? Non so esattamente perchè sia così amato ancora oggi , credo perchè la gente capisce che il calcio è la mia vita e sopratutto la maglia che indosso diventa una seconda pelle. Differenze fra Lombardo e Sonzogni ? Sono orgoglioso di essere stato allenato da due grandi uomini e allenatori pur se diversi, ma entrambi mi hanno lasciato dentro tanto. Il primo per la sua calma,saggezza oltre che per la sua conoscenza calcistica,il secondo per tutto quello che mi ha fatto crescere tatticamente, mi ha insegnato a stare in campo a lavorare per la squadra.
Marco, a quale partita sei rimasto legato?
La partita che non dimenticherò mai è Siracusa-Nola 2-0, la finale playout 93-94. L’anno seguente, dopo 6 partite e 4 gol mi ruppi il ginocchio destro a Siena (2 ottobre 1994 ). Mi feci male al 30′ e giocai tutta la partita, il giorno dopo non riuscivo a stendere il ginocchio: referto TAC rottura crociato anteriore e menisco. Tornai in campo sei mesi dopo (Siracusa-Nola del 30 aprile 1995 ndr). Quando spuntai dal sottopassaggio i tifosi mi regalarono un coro indimenticabile,a mezz’ora dalla fine tutto lo stadio cominciò a gridare il mio nome. Mi ricordo che Sonzogni mi guardò col suo mezzo sorriso e mi disse “testa di ….. vai a scaldarti che ti vogliono” sensazione provata solo da bambino quando giocai una partita internazionale con le giovanili dell’ Inter. Entrai e dopo cinque minuti,su lancio di Pasquale Logarzo, colpii in pieno il palo e se avessi fatto gol sarei svenuto. Spero che un giorno Siracusa possa tornare nei campionati che i suoi tifosi e la città meritano”.