Un ampio fronte comune contro le ipotesi di tagli è quanto emerso, ieri sera, al termine dell’adunanza aperta di consiglio comunale convocata per discutere del dimensionamento scolastico. Molti gli argomenti messi in campo ma con un denominatore comune: la difesa degli istituti maggiormente periferici rispetto alla città, cioè quelli di Cassibile e Belvedere, e di quelli che operano nei quartieri socialmente difficili.
La riunione, coordinata dal presidente Alessandro Di Mauro, in quanto aperta al contributo di soggetti esterni, non doveva arrivare al voto su un documento ma è servita ad avere un quadro delle esigenze e delle posizioni in campo, utile al Consiglio come base di discussione per le azioni che saranno adottate a breve. Gli inviti era stati estesi alle principali istituzioni cittadine, compresa la prefettura, e ai parlamentari nazionali e regionali, ma la risposta più consistente è stata quella dei dirigenti scolastici, dei rappresentanti dei genitori e degli esponenti sindacali.
La necessità di convocare una seduta aperta sulla questione scuola a Siracusa era stata avanzata all’Ufficio di presidenza dai rappresentanti di otto gruppi consiliari. La richiesta, come ha spiegato nel suo intervento la prima firmataria, Cetti Carbone, si fondava sulle prospettive di dimensionamento della rete scolastica che comporteranno, a partire dal prossimo anno, alla soppressione alcune direzioni didattiche e amministrative con riduzione degli organici «e il relativo aumento dei problemi di gestione delle scuole». L’obiettivo della riunione era, dunque, di conoscere «la necessità della popolazione scolastica, a salvaguardia delle specificità territoriali e del rafforzamento del tempo scuola e del personale a garanzia del diritto alla studio e della lotta alla dispersione».
All’invito, oltre a dirigenti, docenti, genitori e sindacalisti, hanno risposto il sindaco, Francesco Italia; i deputati regionali Giuseppe Carta, Carlo Gilistro e Tiziano Spada (Riccardo Gennuso ha inviato un messaggio); la dirigente provinciale dell’Ambito territoriale scolastico (l’ex provveditorato agli studi), Angela Fontana, che ha spiegato i meccanismi previsti dalla legge sul dimensionamento. Puntando all’obiettivo di avere in Sicilia 961 direzioni in tutto, a partire dal prossimo anno scolastico, rischiano di essere accorpati gli istituti con meno di 600 alunni (400 per i comuni montani) criterio che a Siracusa mette a repentaglio la sopravvivenza del Chindemi, del Martoglio e del Brancati di Belvedere; quest’ultima vedrà ridotto il numero degli alunni se, come ipotizzato, i due plessi di Città Giardino saranno trasferiti all’istituto comprensivo di Melilli. Un discorso a parte merita il Verga, soppresso per quest’anno ma che dal 2024-25 potrebbe ottenere nuovamente l’autonomia a discapito del Martoglio, possibilità questa che dovrà comunque essere confermata dal giudizio pendente davanti al Tar e promosso dal Comune. A tali criteri non sfuggono nemmeno le scuole superiori: a farne le spese dovrebbe essere l’Insolera.
Contro questa logica dei numeri si sono pronunciati i consiglieri comunali intervenuti – Franco Zappalà, Ivan Scimonelli, Massimo Milazzo, Cosimo Burti, Sergio Imbrò, Paolo Romano, Giovanni Boscarino, Giovanna Porto, Paolo Cavallaro, e Sergio Bonafede – e, per l’Amministrazione, il sindaco Italia e l’assessore alle Politiche scolastiche, Teresella Celesti. Le ipotesi di dimensionamento, è stato detto, vanno respinte perché non tengono conto delle esigenze delle famiglie, degli studenti, dei territori e dei dati preoccupanti sulla dispersione scolastica. Al dibattito, in rappresentanza della Consulta comunale femminile, è intervenuta anche Francesca Mandanici.