Il Centrodestra romano non scioglie il nodo election day: le Regionali a fine novembre?

Il vertice romano del Centrodestra non ha sciolto il nodo “Sicilia” quindi non è ancora chiaro se ci sarà l’election day il 25 settembre oppure se i siciliani saranno chiamati alle urne una seconda volta alla fine di novembre per le Regionali. L’altro nodo da sciogliere, strettamente legato al primo, è se ci sarà il candidato unico alla presidenza della Regione per il Centrodestra oppure se la coalizione si dividerà presentando due candidature.

In attesa che ci sia il chiarimento definitivo fra i big del Centrodestra siciliano l’attenzione della politica è tutta puntata sulle formazioni che si definiscono centriste e sulla loro collocazione.

UDC, MPA, Cantiere Popolare, Nuova DC, solo per citare alcuni degli eredi siciliani della Democrazia Cristiana, dovrebbero schierarsi con il Centrodestra se la coalizione resterà unita anche alle Regionali. Invece in caso di rottura sarà importante capire se ci sarà un candidato centrista in opposizione ad uno targato Fratelli d’Italia. L’altra domanda da porsi e se questi movimenti saranno in grado di presentare liste autonome o se dovranno trovare dei contenitori elettori dove confluire per superare lo sbarramento del cinque per cento che vige per le Regionali siciliane. E’ normale che ci siano anche delle incompatibilità fra queste forze, come nel caso dell’UDC e della Nuova DC, difficilmente superabili per fare parte dello stesso contenitore elettorale.

Quanto vale elettoralmente l’area centrale fra gli schieramenti di Centrodestra, di Centrosinistra e dei Cinque Stelle? A questo centro geometrico bisogna aggiungere il movimento fondato da Cateno De Luca, senza considerare Azione e Italia Viva, anche se in questo caso si tratta di partiti al di fuori dallo schieramento di Centrosinistra, per avere la possibilità di supporre cosa accadrà alle ormai prossime elezioni Regionali siciliane.

Un ulteriore tassello a questo puzzle elettorale siciliano è rappresentato delle candidature di singoli esponenti politici che pur avendo annunciato la loro partecipazione alla battaglia elettorale, non hanno ancora deciso in quale lista si candideranno. Sul territorio è tutto un fiorire di manifesti elettorali di sei metri per tre dove c’è la foto del candidato, lo slogan utilizzato per catturare l’attenzione dell’elettore, ma non vi è traccia della lista dove si presenterà.

L’area centrale fra i vari schieramenti sembra essere diventata tanto liquida e sfuggente da diventare di difficile comprensione anche agli esperti navigator della politica.

Lino Di Tommaso

 

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