La lotta agli effetti dei cambiamenti climatici in città passerà anche attraverso la realizzazione di una serie di “progetti verdi” che contribuiranno all’eliminazione della cosiddette “isole di calore” e a contenere l’inquinamento. Gli interventi sono contenuti in tre linee finanziate con 663 mila euro dal ministero per la Transizione ecologica nell’ambito di un programma sperimentale nazionale dedicato esclusivamente alle aree urbane. Progetti per i quali al Comune sono arrivati i complimenti della commissione giudicatrice e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Di fatto si tratterebbe secondo i tecnici dell’amministrazione comunale, come detto lo scorso 24 febbraio, di mettere a dimora 160 alberi e di realizzare, nei siti che li accoglieranno, una serie di opere per sostituire le pavimentazioni che ostacolano il rilascio di calore, come quelle in l’asfalto o in cemento, con materiali e accorgimenti che invece lo favoriscono oltre che sostenibili dal punto di vista ecologico.
Abbiamo chiesto ad un esperto del settore, Francesco Santuccio, manager siracusano di importante multinazionale svizzera, un parere sulla fattibilità e funzionalità dell’operazione.
“Credo – sottolinea l’agronomo- che manchi un tassello fondamentale, cioè le specie e le varietà delle alberature, 160, da piantare. I tasselli fondamentali in materia di pianificazione del paesaggio ed architettura paesaggistica sono proprio le alberature. Dalla scelta della specie vengono costruiti i relativi spazi circostanti, con criteri costruttivi molto dettagliati e necessari. E’ molto bello venire a conoscenza di questa iniziativa-continua Santuccio- la riduzione delle temperature, tramite alberature, è un tema caldo a livello mondiale. Mi piacerebbe sapere, non dopo che le aree siano state realizzate, che tipologia di alberi sono stati considerati. I progetti dovrebbero sempre partire dall’albero, l’essere vivente del progetto. Soltanto dopo si potrebbero quantificare le superfici e di conseguenza i capitolati ed i costi dei progetti. Vi sono alberature che necessitano di un certo tipo di stratificazioni a livello di sottosuolo, altre che necessitano di drenaggi particolari, alcune che non hanno bisogno di grosse quantità idriche ed altre che, al contrario, necessitano di irrigazioni frequenti per anni. Io vedo dei Rendering e mi auguro che dietro ci sia uno studio relativo ai suoli, le esposizioni e gli impianti irrigui. Bisognerebbe capire che apparati radicali avranno questi alberi, superficiali? Fittonanti? Che resistenza ai carichi orizzontali e verticali sopportano? Non funziona la tecnica del: Facciamo la piazzetta, lasciamo 4 buche e piantiamo 4 Robinie. Mi auguro che chi ha eseguito il progetto e lo presenta in conferenza stampa abbia una minima idea di cosa voglia dire piantare un albero nel 2022. Siracusa è una città che, oltre ad avere bambini ghiotti di biscotti, ha anche tecnici, specialisti ed esperti in macchia mediterranea / autoctona che gradirebbero comprendere se la base dei progetti sono le specie degli alberi da piantumare o i rendering, le buche e i pini di piazza Adda dentro. Se guardiamo il livello generale della costruzione di aree a verde in città, noi tecnici, qualche domanda dobbiamo porcela. Prima si sceglie l’albero e poi gli si crea il contesto. Non bisogna andare negli USA per capire come si progetta il verde urbano. Il mio augurio è che sia stato tutto ben pensato e calcolato, altrimenti sarebbe un bluff momentaneo che comporterebbe grossi problemi manutentivi in futuro. Aspettiamo un’altra conferenza –conclude il professionista- stavolta tecnica, prima degli esecutivi”.