
Con un termine calcistico si potrebbe dire che i “Moderati” hanno battuto ai rigori i “Progressisti” nel siracusano, oppure, che in questa mini tornata elettorale i “Conservatori” hanno vinto ai punti, se vogliamo utilizzare invece il gergo pugilistico. Al contrario è fuori luogo la definizione classica di coalizione di Centrodestra o di Centrosinistra in quanto non è esistita come tale perchè partiti alleati hanno sostenuto dappertutto candidati diversi. Un dato è invece certo: tutti i partiti, anche chi si proclama vincitore, hanno perso. I segretari, coordinatori e commissari provinciali dovrebbero fare bene i conti e porsi alcune domande, a partire dalla bassa affluenza dei votanti, pur trattandosi di amministrative, cioè delle elezioni più vicine ai bisogni dei territori e delle popolazioni, quindi da sempre le più partecipate.
A uscire sconfitti dalla tenzone agonistica sono stati i partiti visto che nessun Sindaco eletto, o che vincerà il ballottaggio a Lentini o Rosolini, è esponente diretto e di primo piano dei partiti di Centrodestra o di Centrosinistra. A parte il rieletto, per la terza volta Sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa che però correva da solo, quindi non poteva arrivare secondo al traguardo. Una tendenza vista già lo scorso anno a Floridia e Augusta con l’affermazione di due candidati al di fuori del perimetro stretto dei partiti.
Al di là dei risultati di lista che in una tornata amministrativa contano poco, visto il gran numero di liste mascherate o diventate veri e propri contenitori di tutto e del suo contrario, l’analisi del voto va necessariamente fatta sulle caselle occupate dai primi cittadini.
A Sortino è stato riconfermato Vincenzo Parlato che non risulta essere iscritto ad alcun partito, come del resto i suoi due competitor. A Noto ha trionfato Corrado Figura, un moderato non appartenente ad alcun partito e sostenuto dal Centrodestra. L’altra vincente al primo turno, Carmela Petralito a Pachino non rappresenta l’intero Centrodestra, visto che FI e Lega erano da un’altra parte.
Esaminiamo gli sfidanti ai due ballottaggi la musica non cambia: a Lentini l’uscente sindaco Bosco è di sinistra mentre lo sfidante Lo Faro sostenuto da PD e Leu, è supportato anche dai Cinque Stelle. A Rosolini gli sfidanti Spadola e Di Rosolini si muovono nel campo dei moderati, anche se quest’ultimo potrebbe essere inquadrato in un partito, cioè Forza Italia. Tino Di Rosolini ha una militanza partitica di oltre un cinquantennio, solo che ha sempre avuto un ruolo defilato, persino non ben definito, nei partiti per cui si è candidato.
Trattandosi di elezioni amministrative si potrebbe dire che tutto rientra nella norma, ma non è così perché i dati del Siracusano sono in controtendenza rispetto ai nazionali, e inoltre nella nostra provincia quasi sempre i sindaci sono stati esponenti di primo piano dei partiti. Un’ultima annotazione, in politica non è consigliabile utilizzare la matematica per sommare i voti ottenuti dai singoli candidati o dalle diverse coalizioni. Non ha mai funzionato. Al massimo si possono trarre delle indicazioni. L’esempio classico risale alla fine degli anni Sessanta quando PSI e PSDI, si confederarono pensando di sommare i loro voti alle elezioni. Il risultato fu disastroso, presero meno voti del partito più forte cioè il Partito Socialista quando si presentava da solo. Questa è la dimostrazione che la somma aritmetica in politica non vale quasi mai.
Lino Di Tommaso