Salvo Adorno non ci sta. Il segretario provinciale del Partito Democratico non considera affatto la sua azione “insufficiente” nel caso “Milena Contento nominata nel cda dell’IAS”. Alla nota di alcuni dirigenti provinciali del PD, Adorno replica in maniera tranchant direbbero i francesi, cioè accusando i suoi detrattori di non conoscere la vita democratica di un partito. In parole povere Adorno rivendica la condanna politica della nomina della Contento mentre per i provvedimenti disciplinari rimanda alla Commissione di garanzia che però non ha un presidente che la possa guidare.
“Faccio presente che nella vita democratica del partito l’organismo delegato a prendere provvedimenti su casi di questo tipo è la Commissione provinciale di garanzia – replica Salvo Adorno -. Il sottoscritto in quanto segretario ha già espresso tempestivamente e con chiarezza il disconoscimento della nomina, che vale palesemente come netta presa di posizione di condanna politica, poiché il Partito non può accettare comportamenti presi senza essere sottoposti al vaglio degli organismi o peggio opposti a quelli presi dagli organismi”.
Il professore Adorno non si limita a chiarire i termini della questione dal punto di vista statutario ma replica ai firmatari del documento di critica nei suoi confronti giudicandolo pretestuoso: “Appare pretestuoso l’atteggiamento dei sottoscrittori della nota che ritengono insufficiente la mia azione. Personalmente, come ho già espresso in riunioni ufficiali degli organi di partito, sottoporrò alla commissione di garanzia del partito il caso perché valuti i provvedimenti da prendere e una azione simile mi aspetto da parte dei firmatari della nota tra cui per altro compare la vice segretaria del Circolo di Augusta che in quella sede non ha ancora aperto una discussione sul caso. Mi preme sottolineare che ho più volte sollecitato la convocazione della Commissione di garanzia per la nomina del suo Presidente perché entri nella piena efficacia operativa anche perché altri casi di valenza politica attendono di essere valutati”.
Perché l’opposizione interna del PD, capitanata da Enzo Pupillo, Gaetano Cutrufo e Tanino Firenze, cerca di mettere in difficoltà la segreteria provinciale su un tema che non riguarda direttamente il segretario? La risposta si dovrebbe cercare su due piani diversi. Il primo riguarda l’avvicinarsi delle elezioni Regionali e le grandi manovre che sono in atto in tutti i partiti e movimenti per ben posizionarsi per quell’appuntamento decisivo. Il secondo motivo è più interno al PD e al congresso provinciale che si è tenuto solo qualche mese fa. La vittoria di Salvo Adorno fu contestata già in quella sede proprio del leader politico di opposizione, Enzo Pupillo che disse parole chiare e dure contro il verdetto uscito fuori da quel congresso. Una ferita politica mai rimarginata e che divide la stessa corrente in cui militano tutti i protagonisti della vicenda: “Area Dem”.
Lino Di Tommaso