
Le opinioni di Fabio Granata riescono a sollevare dei polveroni altissimi. Le polemiche sono volate talmente in alto da arrivare persino a livello nazionale. In passato fece discutere il suo sostegno al candidato sindaco di una città vicina lontano dalla coalizione partitica-politica di cui fa parte l’ex parlamentare. Oggi Granata spiega che è giusto non vaccinarsi perché non ci sono motivazioni sufficienti a livello scientifico per farlo. E’ come se Granata riuscisse a spostare il focus su “chiacchere in libertà” piuttosto che sui problemi quotidiani vissuti dai siracusani. Eppure sulla maniera in cui è governata Siracusa dall’amministrazione Italia ci sarebbe molto da dire e da discutere. Le critiche all’assessore alla Cultura del Comune di Siracusa non riguardano però il modo di amministrare della giunta Italia, si tratta di argomenti che potrebbero essere considerati tranquillamente ameni. Così Vittorio Sgarbi scende in campo per difendere Granata dall’attacco di Mario Bonomo; si spacca Italia Viva con la corrente Garozzo critica verso Granata, mentre l’onorevole Giovanni Cafeo ed i suoi uomini difendono l’assessore alla cultura.
Oggi a scendere in campo contro Granata è Beppe Patti, ex leader dei Verdi, oggi al Pd, che si definisce “genitore Novax”.
“Io mi chiedo – si domanda Patti – come può un assessore comunale di una città come Siracusa; dove il covid19 non è stato clemente; dove sono emerse le maggiori criticità nella gestione dell’emergenza; dove ci sono stati focolai importanti che hanno compromesso la sicurezza dei cittadini; come può affermare che lui ” pensa con la sua testa”, è un uomo di Stato si adegua alla ragion di Stato.
La politica vaccinale italiana è stata più volte compromessa dalle necessità dei singoli ministri che l’hanno interpretata ad uso e consumo delle case farmaceutiche, attuando politiche volte solo al profitto e non alle necessità dei bambini. Senza considerare che una scelta del genere comprometterebbe (qualora ci fosse il reale pericolo) solo il singolo. Ma il Covid19 è un’altra cosa. Stiamo parlano di leggi dello Stato Italiano, non di regole del Monopoli.
Lui ricorda tanto – conclude Patti – quella canzone di Samuele Bersani, infatti ormai può essere “né con la destra, ma nemmeno con il PCI”, mi verrebbe da dire che dovrebbe aver il buon gusto di togliere il disturbo, magari “esportando la piadina romagnola in India”. La cultura di una città passa anche da chi la rappresenta e la “sua” cultura oltre ad essersi più volte dimostrata falsa, ora è anche pericolosa”.
Lino Di Tommaso