Adorno segretario del Pd: “Il ricambio generazionale fra i sindaci è fisiologico ma le differenze fra destra e sinistra non sono ciarpame ideologico”

Nella nostra provincia non è in atto un tentativo di ricambio generazionale della classe dirigente a discapito delle ideologie e delle differenze politiche, il ricambio fra i sindaci è un fatto fisiologico. La chiave di lettura di Salvo Adorno, segretario provinciale del Pd, sulla situazione politica è ben altra, al primo posto ci sono sempre le contraddizioni sociali e l’idea di sviluppo del territorio.

Le recenti elezioni amministrative hanno dato il via a un ricambio generazionale dei politici siracusani, al di là della contrapposizione fra destra e sinistra, oppure si tratta solo di un episodio?

“Questo tema generazionale mi tocca in modo particolare. Tutta la campagna per la mia segreteria è stata giocata dai miei avversari interni nell’opposizione tra i giovani quarantenni emergenti contro il vecchio esponente (65 anni) espressione di un passato che non vuole passare. Sbagliavano alla grande, perché io guardo al futuro e costruisco un partito aperto, plurale, che porta il cambiamento, ma devo dire che li capisco fino in fondo. Un partito per crescere deve promuovere i giovani e deve premiare la militanza di chi si è impegnato per anni nel partito. Tutta la mia gestione del partito è finalizzata alla valorizzazione di giovani e donne, a dare spazio a chi vuole impegnarsi e spendersi con le sue competenze sui programmi. Per me è questo l’unico criterio di selezione della classe dirigente, non l’appartenenza ad aree o correnti. Ascolto con attenzione e rispetto anche chi ha maturato più esperienza di me. Ma la linea è quella del cambiamento, condivisa da tutti. Insomma io credo che il ricambio sia ormai un dato strutturale. Il ruolo che mi è stato affidato è quello di accompagnare il PD in questa transizione. Su questo alla fine chiedo di essere giudicato. Se guardiamo alla tipologia della maggior parte dei sindaci, hanno alcune caratteristiche comuni, quarantenni, con una presenza pregressa in consiglio comunale spesso in funzione di opposizione. Penso all’esperienza di Garozzo, di Italia, di Roberto Bruno, di Scalorino, di Carta, di Scorpo, di Cannata, di Di Mare, di Bosco, di Marilena Miceli. Certo poi c’è Gianni che ha una energia da fare invidia a un ventenne, che vince, ma se non scende in campo lui in prima persona, negli altri territori perde. Gli altri sindaci civici vengono dalla gestione interna dell’amministrazione, Stefio a Carlentini e Lentini a Francofonte: fanno valere le competenze e le relazioni. Ma il primo è orientato a sinistra il secondo a destra. Io credo che il legame generazionale sia forte, ma non è in grado di sfaldare i vincoli di appartenenza politica, che alla fine sono gli unici su cui si creano le filiere politiche regionali e nazionali, che sono quelle che garantiscono ai sindaci la futura carriera politica, e quindi li spingono a schierarsi su sponde partitiche ben definite. Per questo io tengo la barra dritta e distinguo in primo luogo tra destra e sinistra, poi il resto. Non è un vecchio ciarpame ideologico, è la logica ferrea della politica, dei valori e dei progetti che si esprimono ogni volta che si decide di offrire il proprio servizio alla comunità.   Ciò non significa che ci possono essere sindaci di sinistra pessimi e di destra ottimi. Il mio obiettivo è di far vincere ottimi sindaci di sinistra. La componente giovanile porta energia e innovazione, quella anziana esperienza e saggezza. Trovare tutte queste qualità umane in un’unica persona che deve amministrare per il benessere degli altri non è facile.  Ma i nostri sindaci devono avere queste qualità”.

Il Pd esce sconfitto dalle elezioni di Floridia e Augusta?

“Al Pd hanno detto che il modello Floridia è virtuoso. Abbiamo mancato il ballottaggio per un soffio, ma ho visto un partito giovane e coraggioso che si battuto costruendo giorno per giorno il suo consenso. Liste giovani, una candidata competente e determinata come solo le donne sanno esserlo, con stile, una segretaria generosa e intelligente. Più in generale una squadra che ha saputo utilizzare l’esperienza di tutto il partito con l’apporto di Scalorino, Vassallo, Bonanno.  Da qui bisogna ripartire. Ha mostrato anche che la gente vuole un rinnovamento della classe dirigente. Ha preferito Carianni a Burgio. Ma questa non è una novità, il movimento 5 stelle nasce, si afferma e declina su questa voglia di cambiamento. Dobbiamo essere in grado di offrire un personale politico in grado di incarnare il ricambio generazionale, ma anche affidabile e competente. Bisogna puntare sulla formazione e sulla circolazione e condivisione delle esperienze amministrative. La Scuola di formazione che stiamo organizzando va in questa direzione. Ad Augusta il Pd ha scontato la mancanza della lista e del simbolo, legata al ritardo con cui abbiamo affrontato l’elezione.  Libertà di voto, dunque, con una parte che ha sostenuto Carrubba e una Gulino.  C’è un impegno della direzione cittadina e del segretario Luca Vita di ricomporre le divisioni interne dopo le elezioni e farò di tutto per aiutarlo affinché si realizzi. Ho fiducia nella capacità di ricostruire delle nostre donne e dei nostri uomini ad Augusta.  Anche qui la vittoria di Di Mare va nella direzione di un ricambio generazionale, che prende però una chiara curvatura di destra, che mi preoccupa. Lo leggo come il segno della capacità del sindaco di Avola, Cannata, di espandere la sua presenza nella zona Nord. Questa destra è la nostra avversaria principale da Siracusa a Roma passando per Palermo. A livello locale nella percezione esterna si mostra giovane, dinamica, popolare, qualità a cui dobbiamo guardare con attenzione, ma a livello politico è spregiudicata, estremista, gerarchica e radicale nella sua dirigenza regionale, nazionale e locale. Bisogna batterla sul primo livello, dimostrando che sono qualità che abbondano anche nel nostro campo. Sul secondo livello dobbiamo mostrare la forza dei nostri valori e dei nostri programmi rispetto ai loro. Ma soprattutto dobbiamo dare risposte alla povertà crescente, al bisogno di assistenza che è bisogno di solidarietà immediata sul quotidiano, per mancanza di lavoro, per perdita di lavoro. Per fare questo il Pd ha bisogno di militanza, di tempo regalato alla politica gratuitamente, di generosità. Io a Floridia ho visto questo. Nel resto della provincia questa è la scommessa”.

Come affronterà il Pd i prossimi appuntamenti elettorali

“Li affronterà cercando di costruire un campo largo di alleanze, aperto ai partiti del centro sinistra, ma anche alle forze moderate di centro, ai movimenti organizzati, alle associazioni ambientaliste, al volontariato, a tutte quelle organizzazioni che vogliono una società aperta e solidale. Abbiamo 8 mesi per mettere in moto una forte mobilitazione con due punti fermi: offrire alle città una strategia di sviluppo che produca lavoro e ricchezza, rispondere ai bisogni immediati di sopravvivenza dei cittadini. Il Covid ci impone una ripartenza che tagli col passato, che offra garanzie di qualità della vita al presente e che crei orizzonti di sviluppo per un futuro. Il Pd su questo gioca una scommessa epocale.  A questo proposito io ritengo che l’arrivo del Recovery Fund potrebbe essere uno strumento di rilancio del nostro territorio. Il nodo politico è come attrarre su Siracusa una parte significativa di quei fondi. Per farlo bisogna avere due risorse fondamentali: un progetto di territorio e una condivisione ampia delle forze politiche, sociali ed economiche su questo progetto. Sto lavorando per costruire questo percorso e bisogna fare in fretta. Il tema della riconversione energetica e dello sviluppo sostenibile in questa chiave è centrale ed è su questo obiettivo che bisogna marciare insieme. Ho due stelle polari nel programma: centralità dell’ambiente e superamento delle diseguaglianze. Su questi temi il Pd siracusano si sta muovendo con grande determinazione a livello nazionale per costruire un tavolo operativo sul futuro del nostro territorio. A livello locale a breve partiranno tavoli di riflessione programmatica, affidati alle migliori competenze interne ed esterne al partito. Deve essere chiaro a tutti che il Pd guarda al futuro”.

Lino Di Tommaso

 

 

 

 

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