E’ sempre guerra in Fi, alle accuse di Miccichè alla Prestigiacomo replica Alicata

Due nuovi capitoli si aggiungono alla guerra interna che da tempo lacera Forza Italia siciliana e siracusana in particolare. Il plenipotenziario azzurro Gianfranco Miccichè rende pubblica la rottura con l’onorevole Stefania Prestigiacomo per la vicenda Bandiera; il coordinatore provinciale azzurro, l’ex senatore Bruno Alicata replica alle accuse definendo il partito siciliano un insieme di fazioni in guerra fra di loro ed accusa Miccichè di praticare il potere assoluto.

E’ noto ormai da tempo come l’onorevole Stefania Prestigiacomo e l’assessore regionale Edy Bandiera vivano da separati in casa e come questa separazione riguardi anche il maggiore sponsor di Bandiera cioè l’onorevole Miccichè. A certificare la situazione è stato, in un’intervista rilasciata agli organi di informazioni siciliani, l’onorevole Miccichè che ha utilizzato parole molto dure nei confronti dell’onorevole Prestigiacomo, difeso l’assessore Bandiera, e spiegato come sia dispiaciuto dell’abbandono di Fi da parte dell’onorevole Cannata, addio sempre attribuibile alla Prestigiacomo.

“Da tempo non ci sentiamo più – ha spiegato Miccichè -. Credo che ormai la rottura con la Prestigiacomo sia profonda, e pensare che sono stato testimone alle sue nozze. Prima ha preteso che nel governo regionale venisse nominato un siracusano, cosa che è stata fatta scegliendo Edy Bandiera, per poi, solo dopo un mese chiedere di cambiarlo. Da quel momento è iniziata la guerra.  Un partito serio non può occuparsi dei problemi locali, non può rimuovere un assessore solo perché è diventato il peggiore nemico della Prestigiacomo”. Sull’addio dell’onorevole Cannata, Miccichè è stato altrettanto diretto: “L’unica deputata che abbiamo realmente perso è stata Rossana Cannata, e ciò con grandissimo dispiacere, ma non è andata via per colpa mia”.

Finora la cronaca aveva registrato due dichiarazioni dell’onorevole Prestigiacomo in cui si chiedeva al presidente della Regione Musumeci di revocare la delega a Bandiera perché non godeva più della fiducia di Forza Italia siracusana. La prima risale allo scorso luglio, ed è stata riproposta con rinnovato vigore lo scorso ottobre. Nessuna replica né da parte di Musumeci né di Miccichè, che è anche presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Gli addetti ai lavori hanno capito che la posizione di Bandiera era difesa sia da Miccichè che da Musumeci che non avevano nessuna intenzione di piegarsi al diktat dell’ex ministro.

La replica della Prestigiacomo è stata affidata al coordinatore provinciale di Fi siracusana, il senatore Bruno Alicata: “Non comprendere appieno il disagio che alligna nel partito in Sicilia, vuol dire attestare la mancanza di umiltà, riducendosi a ruspante superficialità e deleterio menefreghismo. L’idea di coltivare il potere assoluto, il non tenere nel debito conto storie ed esperienze valorose, testimonia una condizione non in linea con gli interessi e le aspettative del partito, ancora in grado di suscitare entusiasmi. Se non si abbandonano egoismi e spirito di fazione – continua Alicata -, non si farà il bene di Forza Italia, paghi di rimanere nel limbo ristretto di soddisfare la fanteria di un esercito privato. Modesta gioia, per il futuro di un partito che in Sicilia pretende di conservare un ruolo da protagonista nella vita politica della nostra terra”.

Lino Di Tommaso

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